Intervista a Valerio Facchin

Valerio Facchin: Consigliere ADI VTAA


Le interviste all'ADI
Conosciamo il Consigliere VTAA Valerio Facchin


Qual è la tua professione?

Dal 1986 svolgo l’attività di libero professionista per consulenze aziendali nell’ambito dell’industrial design.

Mi sono laureato in architettura allo IUAV, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ma il mio percorso professionale mi ha portato a specializzarmi nel settore delle macchine operatrici per la pulizia industriale, diventando tra i primi ad introdurre l’utilizzo del polietilene stampato con tecnica rotazionale, oggi elemento imprescindibile per tale settore.


 
Come ti sei avvicinato al design?
Mi sono addentrato nel mondo del design grazie a Giovanna Carturan, socia ADI nonché successivamente mia moglie. Mentre io ero iscritto alla facoltà di architettura presso l’Università IUAV, lei frequentava la Scuola Politecnica di design di Milano. Aiutandola in alcuni progetti ho iniziato a conoscere i grandi maestri dell’epoca e mi sono appassionato alla materia.
Successivamente, tornata a Verona, mia moglie ha intrapreso un percorso professionale come grafica mentre io ho mantenuto quello di designer, continuando a collaborare assieme su molti progetti.
Mi sono formato sul campo unendo la mia visione estetica dei prodotti alle conoscenze tecnologiche affinate nel tempo, capaci di migliorare le prestazioni del prodotto e di portare profitto alle aziende.

Quando hai conosciuto l’ADI?
Sono iscritto all’Associazione dal 1988. Mi sono avvicinato all’ADI con l’intento di conoscere le grandi personalità che ruotano attorno al mondo del design.
Il mio primo contatto è stato nel corso di un convegno a Milano, quando non esistevano ancora le delegazioni territoriali. L’ADI allora era conosciuta come un’associazione di design dal forte carattere culturale.

Qual è stato il tuo percorso all’interno dell’ADI VTAA?
Sin dall’inizio sono stato un socio molto attivo: dal 1995 al 1998 ero membro del Comitato Direttivo Dipartimento Progettisti, dal 2014 membro dell’Osservatorio Permanente Design Index e dal 2014 ad inizio 2016 Presidente della Delegazione del Veneto e Trentino-Alto Adige. Negli anni ’90 ho partecipato inoltre alla costituzione di una primordiale versione per la nascita della delegazione territoriale Veneto e Trentino-Alto Adige.

Perché bisogna essere soci ADI?
L’ADI non è una corporazione di designer ma un’associazione attiva nel mondo della cultura del design, fondatrice e sostenitrice dell’ADI Design Index, del premio Compasso d’Oro e dell’ADI Design Museum.
Non essere socio ADI vuol dire non avere un contatto diretto con questa realtà, parte importante per lo sviluppo del rapporto tra design, società e futuro.
Da soli possiamo imparare molte nozioni sulle tendenze e gli aspetti del design ma confrontarsi con persone interne al nostro stesso settore ci permette di acquisire competenze di valore.
Per esempio, già vent’anni fa, l’Associazione ha contribuito alla mia preparazione professionale grazie ad alcuni corsi sul tema del design eco-sostenibile. L’ADI è stata un’anticipatrice nella discussione attorno alle problematiche sullo smaltimento, il riuso ed il riciclo.
A tal riguardo, nel tempo ho cercato di realizzare prodotti facili da smontare e così da recuperare.
 
Che cosa dobbiamo aspettarci dall’ADI VTAA in futuro? 

I valori sui quali si basa il direttivo sono il riconnettersi e il rifondarsi con le aziende e le attività professionali del nostro territorio. Tale obiettivo richiede una forte attività di divulgazione: dobbiamo aprire la comunicazione il più possibile e accogliere il consenso tra i giovani. La pandemia da Covid-19 ci ha permesso di dialogare in modo più concreto e di superare le barriere grazie al maggiore utilizzo degli strumenti multimediali.

Consideri l’ADI un mezzo di interazione culturale e multidisciplinare?
L’ADI è un’associazione multidisciplinare formata da designer, aziende produttrici, cultori del design, giornalisti, distributori…. non ci sono limiti. Qualsiasi figura che opera nel mondo del design sollecita un dialogo sul futuro, le tendenze, le necessità e le strategie.
 
Quali sono le tue aspettative?
Da qualche anno in ADI è importante il concetto di formazione professionale. Ogni associazione di professionisti, infatti, ha l’obbligo di proporre occasioni di formazione.
Solo un rapporto diretto e collaborativo tra colleghi consente di mantenere alto il valore dell’aggiornamento, necessario per ottenere e mantenere un buon livello competitivo nella professione.
Auspico, infine, una maggiore consapevolezza, da parte di chi progetta, sull’uso dei materiali, il loro valore e l'impatto ambientale.
Raccomando ai miei colleghi e alle aziende di non perdere la rotta dall’obiettivo principale: essere meno impattanti sul pianeta producendo in modo consapevo

 

Valerio Facchin
Consigliere ADI VTAA

Intervista a cura di Alice Debianchi