Intervista a Silvia Sandini

Silvia Sandini: Past President e Consigliere ADI VTAA

 

 


Le interviste all'ADI
Conosciamo il Consigliere e past President VTAA Silvia Sandini

 

Qual è la tua professione?
Sono un’architetta contitolare dello studio di progettazione Sandini & Corrà di Thiene, a Vicenza, attivo nella progettazione di allestimenti, interior design e architettura edilizia.
Sono cresciuta respirando l’aria del design nordico e degli anni ’60 attraverso la mia famiglia, proprietaria di un negozio di arredamento promotore del buon design.
La mia esperienza lavorativa più significativa è stata assieme all’ente fiere Verona con cui ho lavorato per vent’anni come project manager. All’interno della manifestazione “Abitare il Tempo” ho curato gli allestimenti delle mostre temporanee, un’opportunità per conoscere le più grandi personalità del mondo dell’architettura e del design italiano.
Ho sempre affiancato ai progetti di allestimento e di mostre per la mia clientela, l’interior design.
In particolare, dal 2000 sperimento l’arredamento classico nel mercato di lusso dell’Est Europa.
La mia sfida più grande è stata realizzare il progetto decorativo del teatro di commedia di Baku, in Azerbaigian, che mi ha impegnata molto in termini di ricerca e di sperimentazione.
Parallelamente, lavoro a progetti senza scopo di lucro assieme ad alcuni amici per restare in contatto con le persone ed il mondo che più mi interessa e mi emoziona.

 

In quale modo ti approcci al mondo design?
Il tema della bellezza è parte integrante della mia vita, ho imparato a conoscerla ascoltando il mio corpo: quando incontro qualcosa di bello mi risuona dentro.
Per riconoscere la bellezza ritengo che serva una certa onestà intellettuale: essere onesti con sé stessi ed essere consapevoli su quali sono i propri limiti.
Sono una persona estremamente curiosa, sperimento e faccio ricerche senza pormi dei confini. Mi piace percorrere sempre la via più faticosa e non quella più semplice.
 

Quando hai conosciuto l’ADI?
Sono entrata nell’Associazione più di dieci anni fa ma ho sempre saputo dell’esistenza di ADI.
Nel momento in cui ho avuto maggiore consapevolezza del mio lavoro come libera professionista mi sono iscritta. La mia scelta è stata dettata da un senso di appartenenza verso una comunità che si occupa di design, un’occasione per restare in contatto con il mio mondo. Dal 2016 al 2021 sono stata presidente della delegazione territoriale Veneto e Trentino-Alto Adige, un percorso in cui ho voluto svolgere il mio ruolo come membro della squadra-direttivo e non come capogruppo.
Il mio obiettivo è sempre stato di entrare a contatto con le strutture del territorio ovvero con i promotori dei progetti per poterli sostenere attraverso l’ADI.

Perché bisogna essere soci ADI?
Essere iscritti all’Associazione vuol dire far parte di una piattaforma in cui poter condividere la propria esperienza e interagire con persone dal nostro stesso interesse comune, il progetto.
L’ADI per me è una finestra sul mondo, un luogo di conoscenza in cui ho imparato ascoltando le idee e i progetti dei soci di tutta Italia.
L’associazione, inoltre, è aperta a 360° al suo interno: possiamo dialogare con professionisti, imprese, scuole, giornalisti, storici del design.

Quali sono le tue aspettative?
Io credo molto, e ho sempre investito molto, sulla formazione dei soci. Ogni anno la delegazione presenta un programma di formazione e aggiornamento ma con una bassa partecipazione da parte degli iscritti.
Mi auguro che il direttivo nazionale si impegni ad ottenere il riconoscimento della nostra professione e a investire sulla formazione.

 

Silvia Sandini
Past President ADI VTAA

Intervista a cura di Alice Debianchi