Le interviste all'ADI
Conosciamo il Consigliere Ascanio Zocchi
Qual è la tua professione? Mi occupo di
interior design, soprattutto di locali pubblici, e
product design di complementi d’arredo.
Parallelamente insegno alla
Trentino Art Academy di Trento “Tecnologia dei materiali naturali e innovativi” e “Design III”, un corso incentrato sull’interior design e sulla storia del design.
Ricopro inoltre il ruolo di direttore artistico per una rete di industrie vetrarie che trasformano il vetro piano. In particolar modo, studio le diverse modalità di utilizzo del materiale da un punto di vista tecnico e di design.
Infine, mi occupo di consulenza nel settore del legno, tenendo annualmente alcuni convegni sull’interior design.
La crisi del 2008 mi ha insegnato a restare sempre aggiornato e a non smettere di formarmi nei diversi settori che ruotano attorno al mondo del design.
Che cosa rappresenta il design per te?
La professione del designer ha un alto valore sociale: un progetto ben fatto permette di vivere la vita quotidiana in modo più semplice e soddisfacente. Possedere e utilizzare un oggetto di design provoca piacere grazie all'alta qualità estetica e tecnologica con cui viene realizzato. I nostri acquisti sono influenzati dalla bellezza, dall’utilità e dalla facilità dell’impiego di un oggetto.
Il design, perciò, è in grado di unire la bellezza della forma alla sua funzionalità.
Io mi reputo un designer funzionalista, mi piace l’utilità degli oggetti che progetto.
Come sei venuto a conoscenza dell’ADI?
Il mio primo contatto con l’Associazione risale al 2010 e la mia iscrizione al 2011.
Ho conosciuto l’Associazione attraverso la stampa, le attività culturali ed il Salone del Mobile a Milano.
Inizialmente pensavo fosse una realtà che non mi appartenesse, legata unicamente al disegno industriale. Successivamente ho realizzato di poter fare parte di un’associazione capace di portare la cultura del progetto nel mondo.
Nel mio piccolo ho voluto dare un contributo diventando un socio attivo ed entrando all’interno del Direttivo ADI VTAA.
Perché è importante essere attivi nell’Associazione?
Diventare socio ADI permette di entrare a far parte del mondo culturale del design e di relazionarsi con persone che amano il nostro stesso lavoro e con le quali possiamo condividere i successi e i problemi della professione.
L’Associazione, inoltre, contribuisce alla formazione degli iscritti, un requisito imprescindibile per restare sempre aggiornati.
Mi chiedo, invece, che cosa noi possiamo dare ad ADI? Abbiamo l’opportunità di consolidare un’associazione che fa cultura del design.
Quali sono le tue aspettative?
Mi auguro si instauri una partnership tra i professionisti e le aziende iscritte all’ADI. Operare in sinergia è un’occasione per essere più forti ed efficienti.
Lavorando per sei anni all’interno del dipartimento Distribuzione e servizi di ADI ho scoperto esserci una grande mancanza di comunicazione tra il progettista, l’azienda produttrice, il distributore e il cliente finale. In particolare, l’anello debole è il rapporto tra produttore e punto vendita: chi vende molto spesso non conosce la ricerca che è stata svolta attorno al materiale adoperato, la funzionalità e l'ergonomia del prodotto e la politica aziendale.
La delegazione VTAA deve mettere in relazione le aziende con i professionisti e fare cultura del progetto in maniera localizzata.
Qual è il tuo ruolo all’interno del direttivo ADI VTAA?
Sono il referente dei soci che operano in Trentino-Alto Adige. Prossimamente vorrei incontrare i professionisti e le aziende del territorio per poterle conoscere e sapere che cosa si aspettano dall’Associazione.
Consideri l’ADI un mezzo di interazione culturale e multidisciplinare?
L’Associazione tocca in maniera efficace e trasversale tutti gli ambiti della nostra professione. Il ruolo dell’ADI è di far comprendere che il designer è un professionista formato con capacità tecniche oltre che estetiche, indispensabili per progettare oggetti utili per le azioni di ogni giorno.
Riconoscere la professione del designer è doveroso per i giovani che si formano ogni giorno in scuole e università di design e per il cliente finale che deve avere la garanzia di lavorare assieme ad un professionista.
Mi auspico che le istituzioni riescano a trovare la forma giusta per tale riconoscimento: l’ADI ha tutte le carte in regola oltre che una base culturale e scientifica.
Quali sono i progetti futuri dell’ADI e del design?
Il designer oggi deve impegnarsi a fare progettazione sostenibile, essere attento alla natura e all’ambiente utilizzando materiali naturali e innovativi. È necessario realizzare oggetti durevoli nel tempo.
La professione del designer è circolare: progetta, realizza l’oggetto e ne ricicla ogni sua singola parte.
Il design, inoltre, è un legante tra territorio, cultura, turismo e Made in Italy: l’ADI Design Museum “Compasso d’Oro” ne è il connubio perfetto.
Ascanio Zocchi
Consigliere ADI VTAA
Intervista a cura di Alice Debianchi